Perché rieducarsi è un diritto.
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Liberi di studiare è un'Associazione nata nel 2019 da un gruppo di studentesse, studenti e docenti dell'Università di Bologna impegnati in attività di volontariato presso la Casa Circondariale Dozza, Bologna.
L'esigenza che ci ha portato a riunirci sotto questa Associazione era quella di condividere i nostri impegni per non disperdere energie e collaborare per uno stesso fine comune.
L'associazione è un'Organizzazione DI Volontariato (ODV) iscritta regolarmente all'apposito Registro della Regione Emilia-Romagna. L'associazione è apartitica, aconfessionale, non ha finalità di lucro e persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Oggi l'associazione conta circa 62 soci e socie tra studentesse e studenti universitari, ex studentesse e studenti universitari, docenti ed ex docenti dell'Università di Bologna e di Scuola Secondarie di secondo grado.
Fondatore e Presidente ad honorem
Responsabile del Dipartimento di Filosofia
Responsabile Area Giuridica
Socio e consigliere
Socia fondatrice dell'Associazione
Presidente in carica dell'Associazione
L’organizzazione nacque dall’iniziativa da parte di professori e studenti appartenenti al Dipartimento di Giurisprudenza già operanti all’interno del polo universitario penitenziario con l’intento di perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso lo svolgimento continuato di attività di interesse generale.
Siamo un’associazione parte del terzo settore, apartitica, aconfessionale, senza alcuna finalità di lucro. La costituzione di Liberi di studiare propone di specializzarsi su un volontariato mirato al soddisfacimento delle esigenze di ogni studente-detenuto nel proprio percorso accademico sia all’interno dell’istituto di pena sia all’esterno e quindi in un momento successivo alla detenzione.
L’intento generale è quello di andare oltre il “Ridare significato al tempo della detenzione, liberandolo dalla connotazione di tempo sottratto alla vita”, poiché lo scopo dell’istruzione universitaria in carcere non può limitarsi a colmare esclusivamente un vulnus temporale.
Non tutti gli studenti-detenuti studiano in carcere con l’unica motivazione di arricchire il proprio bagaglio culturale. È possibile incontrare detenuti che intravedono nello studio la possibilità di agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro. Una consapevolezza fin troppo radicata all’interno del consorzio sociale detentivo. Può accadere infatti che la persona, una volta riacquisita la propria libertà, non riesca a investire il proprio titolo di studio in un ambiente lavorativo a lui adeguato, incontrando così l’apparente sensazione di aver investito inutilmente il proprio tempo nel conseguimento del proprio titolo di studio.
Le attività che svolgiamo riguardare molteplici esigenze. Scoprile tutte.
Siamo sempre a disposizione per farci conoscere e conoscerti.